Il profilo di Roma/Italia con capo cinto da un elmo (sul quale è disegnata la lupa capitolina) si staglia sulla carta geografica del mondo.
Menu Close
Le immagini riprodotte in questo sito sono di proprietà dei rispettivi autori e editori che ne detengono i diritti. Qualora gli aventi diritto si ritenessero danneggiati dall’utilizzo di tale materiale, questo sarà immediatamente rimosso e/o ne saranno citate le fonti su semplice segnalazione all’indirizzo email info@italiaturrita.org
© 2024 L'Italia turrita.
Data |
1928 |
Autore |
Pozzati Severo (Sepo) |
Tipologia |
Manifesto |
Provenienza |
Stampa: Roma-Ginevra, Publivox S.A. |
Dimensione |
cm. 98 x 140 |
Tag |
città • Fascismo • Roma |
Pozzati Severo (Sepo) |
Severo Pozzati (Comacchio 1895 – Bologna 1983): pubblicitario, pittore e scultore italiano. Fu attivo sia in Francia sia in Italia, divenendo uno dei più importanti cartellonisti pubblicitari della prima metà del Novecento. Studiò scultura all'Accademia di Belle Arti di Bologna, diplomandosi nel 1913. In gioventù si dedicò principalmente alla scultura, per poi indirizzare i suoi interessi anche alla pittura. Sul finire del primo conflitto mondiale, decise di iniziare l'attività di grafico, collaborando con l’agenzia Maga. Negli anni Venti si trasferì a Parigi, non abbandonando il mondo della pubblicità e continuando perciò a collaborare con l’agenzia Maga, che aveva aperto una filiale anche nella capitale transalpina. Proprio nel campo della grafica pubblicitaria raggiunse successo e fama, lavorando anche per con altre importanti agenzie italiane e straniere quali, tra le altre, Star, Publivox, Dorland, Ricordi, Chappuis. Nei primi anni Trenta, aprì un’agenzia pubblicitaria per conto proprio, l’Idea. Nella primavera del 1936 partecipò alla “Prima Mostra del Cartellone e della Grafica pubblicitaria” al Palazzo delle Esposizioni di Roma. Nell'autunno del 1938 gli venne commissionato l’allestimento del padiglione della moda alla mostra “Torino e l’Autarchia”, che si tenne nel capoluogo piemontese. Allo scoppio della seconda guerra mondiale, a Parigi vennero arrestati e internati in campi di concentramento tutti gli italiani che ricoprivano cariche di rilievo. Pozzati, che non aveva mai rinunciato alla cittadinanza italiana e che era una figura di spicco del Sindacato Italiano degli Artisti residenti all’estero, venne arrestato e deportato nel Campo d’internamento di Le Vernet. Fu rilasciato 40 giorni dopo. Nel 1957 Pozzati tornò in Italia, a Bologna, per dedicarsi completamente alla pittura. Nell’ultima fase della sua vita tornò anche a praticare l’arte scultorea.Altre immagini dello stesso autore |
Il profilo di Roma/Italia con capo cinto da un elmo (sul quale è disegnata la lupa capitolina) si staglia sulla carta geografica del mondo.